GreenMe.it |19 Marzo 2015
Quali sono le aziende della moda che investono davvero in un futuro libero da sostanze tossiche?
Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua, Greenpeace aggiorna la Sfilata Detox (The Detox Catwalk), cioè la piattaforma che valuta i 18 marchi della moda che hanno promesso di impegnarsi nell‘eliminazione di sostanze chimiche pericolose dalle proprie filiere e nella lotta all’inquinamento delle risorse idriche.
Tra i marchi che continuano a rispettare i propri impegni lavorando attivamente con obiettivi ambiziosi troviamo Adidas, Valentino e il Gruppo Inditex (che comprende Zara). Proseguono il loro impegno insieme ad altri 13 marchi della moda che rappresentano i leader della Sfilata Detox, tra i quali troviamo anche Benetton.
Altri marchi sportivi, come Nike e LiNing, sono stati inseriti tra i greenwasher per il loro fallimento nel prendere impegni credibili. Greenpeace ha colto l’occasione per lanciare il video “Come #Detox sta ripulendo la moda”, dove amministratori delegati e rappresentanti di grandi aziende (come Miroglio, in Italia), stilisti, attivisti, madri che acquistano con coscienza i prodotti per i propri figli, fino a chi fa i conti tutti i giorni con l’inquinamento prodotto dalle aziende tessili, spiegano perché la rivoluzione Detox sta cambiando la moda ma anche la salute delle risorse idriche globali.
“Ormai è evidente a tutti che è possibile produrre vestiti meravigliosi senza inquinare. Oggi il 10 per cento della filiera produttiva di vestiti e scarpe, a livello globale, è impegnato a eliminare le sostanze tossiche. Detox si sta imponendo come una nuova tendenza” – ha commentato Chiara Campione, Project leader della campagna #thefashionduel – “E siamo particolarmente orgogliosi che delle trenta aziende che hanno preso l’impegno Detox ben dieci siano italiane. Pessimo invece è il voto che diamo a marchi di casa nostra come Diesel, Versace e Dolce&Gabbana”.
In Italia alcune tra le più importanti aziende del tessile hanno già aderito a Detox. Sono il Gruppo Miroglio, Valentino, Benetton, Canepa, Italdenim, Zip GFD, Besani, Berbrand, Tessiture Attilio Imperiali, e più recentemente Gritti Group, che grazie al loro impegno rendono disponibili sul mercato, non solo italiano, tessuti ed accessori come zip e bottoni liberi da sostanze tossiche.
In proposito, per quanto riguarda le aziende nate in Italia, Benetton comunica che “I prodotti di Benetton Group rispettano da anni i più stringenti standard internazionali in materia di sicurezza: un impegno crescente che, a partire dalla scelta delle materie prime, in questi ultimi anni si è tradotto nella progressiva applicazione del nuovo progetto Vesti Sicuro, che rappresenta al contempo un impegno di informazione trasparente nei confronti di chi sceglie i prodotti Benetton, una tutela per tutti a partire dai bambini che richiedono maggiore attenzione, e una garanzia del pieno rispetto di elevati standard di sicurezza chimica e meccanica”.
La sfilata Detox è una valutazione dei marchi d’abbigliamento che stanno implementando l’impegno Detox da almeno un anno. A livello globale sono ben 30 le aziende della moda e del tessile che si sono schierate dalla parte di chi vuole un futuro libero da sostanze tossiche. Greenpeace continuerà a verificare tutti questi impegni nel futuro.
Greenpeace ha valutato le aziende della moda sulla base di 3 criteri:
1) Eliminazione degli APEO e degli ftalati
Tra gli 11 gruppi di sostanze chimiche pericolose che le aziende impegnate a Detox devono eliminare ne troviamo due in particolare largamente utilizzate a livello globale nel settore del tessile. L’obiettivo dell’impegno prevede la loro eliminazione prima del 1° gennaio 2020.
2) Eliminazione dei PFC (perfluorurati)
Le aziende devono anche eliminare l’uso e l’emissione dei prodotti chimici perfluorurati. I composti perfluorurati sono sostanze conosciute per le loro proprietà idro-oleo repellenti e sono state identificate come persistenti, bioaccumulanti e tossiche.
3) Trasparenza
L’opinione pubblica ha il diritto di conoscere quali sostanze chimiche pericolose vengono utilizzate e scaricate nell’ambiente e dove questo accade esattamente. Greenpeace ha esaminato dunque con attenzione il livello di trasparenza e la comunicazione pubblica di tutti i marchi coinvolti nella campagna Detox.
Ecco come Greenpeace ha suddiviso le aziende che hanno promesso di impegnarsi per una moda più pulita ma che non sempre hanno raggiunto i propri obiettivi.
Detox Leader:Adidas, Benetton, Burberry, C&A, Esprit, G-Star Raw, H&M, Inditex, Levi’s, Limited Brands, Mango, M&S,Primari, Puma, Fast Retailing, Valentino, ZIP GFD
Greenwasher:LiNing, Nike
Detox Loser: Armani, Bestseller, Diesel, D&G, Gap, Hermes, Louis Vuitton, Metersbonwe, Pvh, Vancl, Versace
Guarda il video di Greenpeace “Come #Detox sta ripulendo la moda”.